Cenni sulla vegetazione di Campo Imperatore – Parte I

Alcune definizioni

La vegetazione è il complesso delle comunità vegetali che vivono in un determinato ambiente o in una determinata area geografica; a sua volta una comunità vegetale può definirsi come un insieme di piante che convivono nella medesima zona; la flora, invece, è un insieme di specie vegetali che crescono in uno specifico territorio. Noi ci concentreremo sulla vegetazione di Campo Imperatore, quindi sulle comunità vegetali che ospita l’altopiano, la loro composizione floristica ed in questa prima parte spiegheremo a grandi linee il perché abbiamo delle comunità piuttosto che altre, esplorando i fattori che controllano le diverse manifestazioni del regno delle piante.

Per l’intelligenza di quanto esporremo sarà necessario dare qualche altra definizione. Innanzitutto cosa sono l’areale e l’habitat? L’areale è l’area geografica di distribuzione di una specie, all’interno della quale può essere rinvenuta, mentre l’habitat è l’ambiente in cui una popolazione trova le condizioni favorevoli al suo sviluppo, in altre parole quando vengono soddisfatte le sue esigenze ecologiche: un certo tipo di clima, un suolo con una certa reazione e via dicendo. A titolo di esempio possiamo dire che, l’areale del faggio (Fagus sylvatica L.) comprende quasi l’intero continente europeo, ma ciò non significa che in tutta Europa riscontriamo questa pianta forestale, perché non è detto che vengano sempre soddisfatti i requisiti ecologici precipui all’affermazione del faggio.

I fattori ecologici

A questo punto possiamo introdurre una discriminazione dei fattori che regolano la vegetazione a scala di areale, da quelli che lo fanno a scala di habitat. Nel primo caso la vegetazione è condizionata, essenzialmente, dal macroclima, che è il principale fattore ecologico e da fattori storici, ossia quelle vicende storiche che hanno influenzato, più o meno recentemente, l’attuale distribuzione di quella specie o di quel tipo di vegetazione, p. es. le glaciazioni. Nel secondo caso abbiamo una categoria di fattori abiotici, specialmente il mesoclima (clima locale) ed il microclima, il suolo e disturbi fisici di varia natura; nell’altra categoria dei fattori biotici, si annoverano tutte le interazioni con gli altri organismi, che ovviamente hanno un certo peso nel favorire o meno la singola specie o la comunità vegetale.

Il macroclima di Campo Imperatore è un particolare tipo di clima temperato, detto «clima temperato appenninico» in cui si verifica il minimo annuo di precipitazioni in estate e manca un’aridità formale. La maggior parte del suolo derivante da rocce carbonatiche, invece, è classificabile secondo il World Reference Base for Soil Resources (WRB) come leptosols: suoli sottili o estremamente pietrosi e cambisols, che comprendono suoli moderatamente sviluppati; in funzione poi della quota altimetrica cambiano le condizioni climatiche ed è possibile individuare delle fasce fitoclimatiche altitudinali a cui corrispondono delle precise comunità vegetali[1]. L’altopiano è afferente alla fascia montana e di conseguenza la vegetazione attesa, dovrebbe essere composta, viste le caratteristiche della stazione, da cenosi forestali, nella fattispecie boschi di faggio.

Vegetazione potenziale e reale

Le faggete, infatti, sono le formazioni forestali che lungo l’Appennino raggiungono il limite della vegetazione arborea e ricoprono, di regola, le nostre montagne dai 900 ai 1800 m s. l. m, ma la fisionomia di Campo Imperatore è, come risaputo, ben diversa da quella impressa da una foresta; si mostra spoglio di alberi, soleggiato nei mesi estivi, a tratti arido e con inverni rigidi caratterizzati da copiose nevicate ed escursioni termiche elevate; le comunità vegetali principali sono delle praterie secondarie. Il motivo per il quale, troviamo tale vegetazione prevalentemente erbacea, deve la sua ragione alla presenza e all’azione antropica. L’uomo ha modificato radicalmente la componente vegetale attraverso la distruzione delle antiche selve, probabilmente formate da faggi, da cui si sono originate le praterie secondarie; di conseguenza è cambiato l’ambiente fisico, ovvero le caratteristiche fisico-chimiche del suolo, il bioclima, il regime idraulico ed in ultima analisi il paesaggio dell’altopiano, fino a renderlo così come lo conosciamo.

I moventi di questa trasformazione sono di ordine storico e socio-economico. La lotta tra la coltura silvana e quella del pascolo è stata, e in alcuni contesti continua ad essere, un fenomeno che ha interessato profondamente l’intero Appennino, determinando l’esistenza di una, o dell’altra forma di utilizzazione fondiaria.  

Anche la posizione economica rispetto al mercato gioca un ruolo fondamentale sulla distribuzione dei vari tipi di boschi, e correlativamente ai pascoli intercalati nelle zone di pertinenza della foresta. Adunque, può condurre a conclusioni sbagliate voler spiegare la presenza di una certa vegetazione esclusivamente in base al clima, al terreno e agli fattori ecologici e storici, senza considerare il ruolo dell’uomo, che è responsabile della creazione di numerosi paesaggi italici, fra cui, quello di Campo Imperatore.

Riccardo Di Cintio


[1] La vegetazione che si distribuisce secondo un gradiente altitudinale in relazione al solo macroclima è detta vegetazione zonale

Bibliografia

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