I 7 principi del suono – parte 1

fonte immagine: https://mmmmaven.com/2015/07/09/ableton-tip-creating-stereo-width-with-the-haas-effect/

Dopo aver analizzato sulla nostra pagina le tipologie e gli effetti delle onde, analizziamo in questa parte della rubrica anche i 7 principi che caratterizzano il suono.

1. ALTEZZA

È il parametro che ci permette di distinguere un suono acuto da uno grave. Dipende dalla frequenza dell’onda sonora. Alte frequenze corrispondono a un suono acuto, basse frequenze a un suono grave.
Il sistema uditivo umano percepisce dai 16 ai 20 000 Hz.
Il congresso di Londra del 1951 ha stabilito la frequenza di un suono di base detto diapason che si riferisce al La3 pari a 440 Hz, che viene utilizzato per l’accordatura di tutti gli strumenti. Giuseppe Verdi invece, insieme a altri musicisti italiani, sosteneva che bisognasse tornare a instaurare 432 vibrazioni per secondo, il cosiddetto “diapason scientifico”, ma questa è un’altra storia.
Si definisce Ottava, l’intervallo che divide due note con frequenze l’una il doppio dell’altra. In un’ottava ci sono sette intervalli di frequenze, ovvero le note musicali. Ogni coppia di note ha un rapporto di frequenze definito. Alcune, come il do e il re, hanno un rapporto che corrisponde a un tono, in altre, come il fa e il mi corrisponde a un semitono.

2. INTENSITÀ

Qualità associata alla forza del suono. Detta anche volume del suono, dipende dalla pressione acustica, generata dalle vibrazioni della sorgente sonora, che viene esercitata sul timpano. È influenzata anche dalla frequenza.
La gestione dell’intensità sonora è detta Dinamica. Per organizzare la composizione in base all’intensità, ci sono dei segni dinamici. Vengono annotate sul pentagramma con apposite sigle in corsivo. Certo non si possono riferire a tutti gli strumenti in maniera uguale. In un’orchestra però è al direttore che spetta il ruolo di equilibrare bene tutti gli strumenti. I segni basilari sono p (piano) e f (forte), poi fra i vari mp (mezzo piano) mf (mezzo forte), ppp , pp, ff, fff etc.
Si può sfruttare la dinamica per creare effetti sonori come la distorsione (dinamica alta). Inoltre si può giocare sulla psicologia della gente. Contrasti dinamici generano alterazioni sull’emozioni dello spettatore.

3. TIMBRO

A parità di altezza e intensità, il timbro ci permette di distinguere due suoni differenti. Per questo possiamo riconoscere chiaramente il suono di due strumenti differenti anche se suonano la stessa frequenza. Viene definito come il colore del suono (es. Klangfarbe in tedesco e tone-colour in inglese) proprio perché il timbro è determinato dallo spettro armonico. Lo spettro sonoro è un grafico che si utilizza nell’analisi di un rumore o di un suono: vi si riportano i livelli sonori in funzione della frequenza.
Il timbro dipende dalla forma dell’onda sonora, determinata dalla sovrapposizione delle onde sinusoidali caratterizzate dai suoni.